Nel 1970 Cesare Maestri torna al Cerro Torre per scalarlo una seconda volta, aprendo una nuova via. Il suo è un atto di sfida nei confronti di chi ha messo in dubbio la sua prima ascensione, compiuta nel 1959. In verità Maestri non ha bisogno di dimostrare niente a nessuno, ma la sua decisione è irrinunciabile e niente e nessuno potrà fermarlo. Nemmeno la moglie che, come tante mogli sconosciute di alpinisti famosi, vive perennemente in ansia per il suo uomo, e che viene colta dalla disperazione alla notizia di questo nuovo proposito.
Partirà con lui, lo aiuterà ad ottenere i mezzi per scalare la montagna, ma come sempre il suo ruolo e la sua dannazione sarà quella di attendere. Questo libro, scritto a quattro mani, è la storia di due battaglie: quella di Cesare contro il ghiaccio, il vento, le valanghe e le enormi difficoltà per raggiungere la sua meta; e quella di Fernanda contro lo sconforto, l’angoscia e la tentazione di annullamento. Ed è la prima volta, nella storia della letteratura di montagna, che accanto alla voce del protagonista di un’impresa si leva anche quella di chi aspetta e soffre ma accetta perchè ama e comprende. Duemila metri della nostra vita, pubblicato per la prima volta nel 1972, ha vinto il premio Bancarella Sport 1974.

Cesare e Fernanda Maestri

Cesare Maestri, nato a Trento nel 1929, noto soprattutto come il salitore del Cerro Torre (nel 1959 per le pareti est e nord con Toni Egger, e nel 1970 lungo la cresta sud-est con Carlo Claus e Ezio Alimonta), è stato uno dei più straordinari arrampicatori della sua generazione. Ha aperto una quarantina di vie nuove ed ha effettuato un numero impressionante (circa un migliaio) di ascensioni solitarie in libera, in salita e in discesa con difficoltà fino al VI grado.
Guida alpina e maestro di sci, vive a Madonna di Campiglio con la moglie Fernanda. Ha pubblicato diversi libri, fra i quali E se la vita continua e Arrampicare è il mio mestiere.